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INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE PAOLO MACORATTI AGLI STUDENTI DELL’ISTITUTO PINO PUGLISI DI ROMA

Prima di rendere il doveroso omaggio ai caduti voglio unire a questa memoria il nome di un eroe dei nostri tempi, cui è dedicato l’Istituto scolastico qui presente: Don Pino Puglisi, vittima della mafia, ucciso il 15 settembre 1993 a Palermo. In secondo luogo, voglio ricordare quanto la nostra Costituzione, scaturita dalla Resistenza, affondi le sue radici nella Costituzione della R.R. del 1849.

Per questo abbiamo consegnato ai ragazzi della Pino Puglisi un DEPLIANT, al cui interno potranno trovare i principi fondamentali delle due Costituzioni, Romana e Italiana, e i concetti mazziniani di Patria e Repubblica, di cui già abbiamo parlato con loro durante la visita al museo della R.R. e ai luoghi delle battaglie. Concetti fondamentali, quelli di Patria e Repubblica, che sembrano aver perso dimora nell’animo di molte persone, politici compresi.

E mi rivolgo infine ai ragazzi della Puglisi ricordando loro che oggi qui non stiamo celebrando una battaglia per avvalorare la supremazia di un esercito sull’altro o di un popolo su di un altro popolo, no! Siamo qui per recepire il messaggio che ci viene da quella battaglia: cioè, il dovere di resistere alla sopraffazione del “forte” contro il “debole”; di chi vuole negare la libertà con l’uso della forza: siano Papi, Imperatori, Presidenti o Capi di stato.

E qui è utile ricordare il messaggio di pace che il nostro eroe nazionale, Giuseppe Garibaldi, pronunciò al congresso internazionale di Ginevra del 9 settembre 1867: Tutte le nazioni sono sorelle - La guerra fra loro è impossibile!

 

 

             

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Discorso introduttivo alla cerimonia del 9 febbraio 2011

Inizia con i quattro articoli del decreto fondamentale dell’Assemblea Costituente, che vi abbiamo distribuito, la meravigliosa avventura della Repubblica Romana; perché meravigliosa, visto che e’ durata solo 5 mesi per poi finire tragicamente nel sangue? Perché quel 9 febbraio si è iniziato a parlare di Italia unita, di patria comune, di fratelli italiani; perché si è parlato per la prima volta, all’art. 3, di “democrazia pura” (demos=popolo, cratos=potere = sovranita’ del popolo).

Sovranita’ del popolo: infatti per la prima volta ci sono state elezioni a suffragio universale, cioè hanno votato i propri rappresentanti all’assemblea costituente:  nobili e semplici cittadini, ricchi e poveri, alfabeti e analfabeti, insomma tutte le classi sociali (anche se le donne voteranno solo 100 anni dopo)

Meravigliosa avventura perché  i primi provvedimenti  sono stati: l’abolizione della pena di morte, l’abolizione della censura, l’abolizione del Tribunale del Sant’Uffizio, della tassa sul macinato, l’abolizione del monopolio del sale.

Meravigliosa avventura per l’istituzione del matrimonio civile, del Ministero della Istruzione pubblica, della riforma agraria.

Meravigliosa avventura perché è stata introdotta la libertà di culto  religioso, valida soprattutto per i 3000 ebrei residenti nel ghetto; tutti questi provvedimenti in soli 5 mesi !

5 mesi di progresso morale e civile come mai era accaduto in Italia e in Europa – e proprio in quest’ottica  si riesce a capire la disperata ed eroica resistenza in difesa della R.R. dei ragazzi italiani del 1849, malgrado lo strapotere numerico, logistico e tattico dell’esercito francese.

Da quei 180 giorni nascera’ una delle più belle costituzioni di tutti i tempi; come ha detto Fabio Fonzi “la Costituzione piu’ ardita, piu’ profondamente democratica del nostro ottocento”; in questa Costituzione, possiamo affermarlo con certezza, sono le radici dell’attuale  Costituzione repubblicana italiana, nata dalle ceneri del fascismo e della monarchia sabauda e ricollegata con la resistenza partigiana, alla repubblica romana del 1849.

Da qui dobbiamo ripartire per riaffermare e rilanciare valori fondamentali che oggi stiamo rischiando di perdere e stringerci in un abbraccio di solidarieta’ sociale per resistere all’avanzata indiscussa dell’egoismo e dell’avidita’ del potere e del denaro. Occorre riaffermare e rilanciare la fraternita’ che ci unisce  nell’obiettivo comune di migliorare la condizione  civile e morale della famiglia umana.

E qui mi rivolgo, per concludere, alle persone adulte, qui presenti,  citando una frase di Giuseppe Mazzini che potete rileggere nel pieghevole che abbiamo distribuito:

dobbiamo offrire un degno obiettivo a tutta questa gioventu’ pensosa che, nata in mezzo alle rovine, cade subito nel dubbio e nello scoraggiamento; dobbiamo ricercare per l’uomo un’esistenza morale per mezzo dell’entusiasmo e dell’amore”