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Visitare almeno una volta il luogo ove visse e morì l’”Eroe dei due mondi” non dovrebbe rappresentare soltanto il soddisfacimento di una curiosità: quella di vedere le bellezze dell’isola di Caprera, così spesso citata nei libri di storia, e la tomba di Garibaldi e dei suoi famigliari. Un tale proponimento sarebbe di certo utile per soddisfare i sensi ma resterebbe nella logica della superficialità. In realtà, per ogni cittadino italiano e del mondo, tale visita dovrebbe suscitare un sentimento di devozione e ammirazione verso “il liberatore”; verso colui che incarnando il concetto di libertà dell’essere umano, ha donato agli uomini e alle donne di allora, di oggi e di domani l’esempio più fulgido e onesto di come ci si possa affrancare dal potere dell’uomo sull’uomo, dedicando un’intera vita al raggiungimento di questo scopo.
In questa ottica, una delegazione dell’Associazione Garibaldini per l’Italia, formata dal Presidente Paolo Macoratti, dalla Segretaria Monica Simmons, dai soci Stefano Dini, Patrizia Musacchio e Patricia Tendi, ha organizzato nei giorni 11,12,13 settembre 2024 un “Pellegrinaggio” a Caprera. Durante la visita alla “Casa Bianca” e al Compendio garibaldino” sono stati letti alcuni brani tratti dal libro Giuseppe Garibaldi – Il predestinato edito dalla “Garibaldini per l’Italia Edizioni”.
L’Associazione “Garibaldini per l’Italia”, in collaborazione con il “Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina” promuove annualmente un’iniziativa dedicata alla scuola secondaria di primo grado (quest’anno l’Istituto Comprensivo Pino Puglisi di via Bravetta n. 383), consistente in visite guidate al suddetto museo e ai luoghi ove avvennero i principali scontri tra Francesi e Italiani (Villa Pamphili e Gianicolo) durante la difesa della Repubblica Romana del 1849. Le visite, integrate dalla consegna agli insegnanti (Silvia Mori, Lucia Raffaelli, Maria Amelia Sucapane, Valentina Vittori, Daniela De Lucia) di alcune lettere originali di corrispondenza provenienti dalla “Collezione Leandro Mais”, scritte nel periodo 1846-1849 da testimoni che hanno vissuto gli avvenimenti storici della nascita della Repubblica Romana e della sua gloriosa fine, sono state finalizzate alla ideazione di un concorso denominato “Premio Alberto Mori”, in cui i ragazzi delle terze classi si cimentano nella descrizione, in una lettera di corrispondenza e in veste da “protagonisti”, dei tragici avvenimenti bellici di quella breve stagione repubblicana.
La premiazione dei vincitori di quest’anno è avvenuta a Roma, al Mausoleo-Ossario garibaldino di via Garibaldi, in occasione del 175° anniversario della battaglia del 30 aprile 1849. Di seguito, un estratto delle lettere vincitrici, scritte dagli alunni delle due classi:
CLASSE III A – SELEZIONATI: SOFIA BONETTI, TANCREDI COLELLA, DAVIDE MARCELLITTI, NOVELLI EDOARDO, STAZI ALESSIA.
TERZO CLASSIFICATO: BONETTI SOFIA
Un combattente repubblicano descrive in una lettera indirizzata al padre la battaglia del 30 aprile.
“Roma, 1° maggio 1849 – Li contammo, erano 300 i sopravvissuti francesi che avevamo fatto prigionieri. Li conducemmo dentro Roma cantando la marsigliese, regalando loro sigari, abbracciandoli, acclamandoli quali fratelli repubblicani ingannati dai preti. Padre, anch’io come i miei compagni sono orgoglioso di aver contribuito alla vittoria e alla protezione della nostra giovane patria, ma il ricordo della mia mano che impugnava l’arma e i cadaveri di ragazzi come me, morti, sul campo, è vivo nella mia mente”.
SECONDO CLASSIFICATO: NOVELLI EDOARDO
Altro combattente scrive ad un suo concittadino – parente notizie sulla battaglia di Porta Cavalleggeri
“Roma 30 aprile 1849. Hanno attaccato da Porta Cavalleggeri, vicino le mura. Arrivati vicino al bastione, ordinati, coraggiosi e spavaldi invasero la strada, ma… “stupidi” al tempo stesso, perché non pensavano che li stessimo aspettando e che stavano sotto il nostro tiro. In molti di loro hanno perso la vita, oggi, su quella strada! Qualche volta sparavano anche loro e ci ferivano, ma noi l’avemmo vinta”.
PRIMA CLASSIFICATA: STAZI ALESSIA
Una infermiera scrive ad un’amica ed esprime, in poche righe, l’amor di Patria delle donne nell’assistenza ai feriti.
“Roma, 4 giugno 1849 – Ieri, verso le undici e tre quarti, è arrivato al nostro ospedale il patriota Goffredo Mameli, in condizioni critiche: non credo che ce la farà. Appena arrivato aveva una ferita alla gamba; è stato subito portato da un medico che ha fatto il possibile, ma la situazione sta degenerando, la gamba sta andando in cancrena, presto lo perderemo. Gli uomini, feriti in battaglia, arrivano da noi a valanghe. Io vorrei aiutare nel campo di battaglia ma l’unico modo con cui posso dare il mio sostegno è stare in ospedale. Per me è importante il ruolo che le donne stanno assumendo perché è l’unico con cui possono aiutare ad ottenere la libertà di Roma.
PREMI a TANCREDI COLELLA e DAVIDE MARCELLITTI
CLASSE III B – SELEZIONATI: GATTI, GIOMMETTI, GRAMIGNAN, MARCUCCI, MORO
TERZO CLASSIFICATO: DAVIDE MORO
L’autore di questa lettera è un amico di Righetto, simbolo di quei bambini che per pochi soldi cercavano di spegnere le micce delle bombe francesi:
“Righetto, ti ho voluto bene! Eri molto importante per me e non sono più felice. Mi mancano le nostre corse per le strade di Roma allietate dai canti di libertà, dai drappi e dalle bandiere. Le nostre guerre finte sono diventate vere e i nostri nemici sono diventati i Francesi, gli Austriaci e i Borboni. Anche se siamo dei bambini abbiamo voluto dare il nostro aiuto. Addio amico”.
SECONDO CLASSIFICATO (pari merito): MAYA GRAMIGNAN SCURANI
Il personaggio è un’infermiera volontaria che scrive ad Anita:
“Certe volte vorrei essere proprio come te, una donna senza paura che la guerra non intimorisce, una mamma premurosa che nonostante le difficoltà riesce a essere sempre presente per i suoi piccoli figli. Adesso devo andare, il dovere mi chiama, io e la signora Belgioioso ci stiamo occupando dei soldati feriti, mi sto impegnando molto perché non ho mai praticato questo mestiere”.
SECONDO CLASSIFICATO (pari merito) LUDOVICO GIOMMETTI
Il personaggio è un garibaldino che scrive a Ciceruacchio in fuga verso Venezia. Una vicenda che lo ha colpito particolarmente, perché scrive:
“Sai benissimo che gli Austriaci temono moltissimo i ribelli e i patrioti, ma non abbandonare per nessun motivo i tuoi figli. Salvali! Mostra che faresti tutto per loro, anche morire. Cerca di far capire agli Austriaci che almeno i bambini non devono morire! Se questa fuga dovesse riuscire e quando i tempi saranno migliori, ritorna nella tua città. Nulla fermerà il nostro sogno di libertà e la nostra lotta”.
PRIMO CLASSIFICATO: VALERIO MARCUCCI
Un compagno di studi scrive a Manara dopo la sua morte a Villa Spada e termina con una nobile promessa:
“Voglio renderti omaggio con questa lettera perché sei stato come un fratello, un esempio da seguire. Tu hai rinunciato ai tuoi studi e hai abbandonato la tua città d’origine pur di difendere l’Italia e diffondere l’amor di patria, pur sapendo di poter perdere la vita. Quando ti sei affacciato a quella finestra una sciagura si è scagliata su di te: un colpo di fucile ti ha tolto la vita. Il giovane fiore è stato colpito dalla fredda falce. La tua morte non cancellerà il tuo impegno, la tua testimonianza. I tuoi compagni di studio non ti dimenticheranno e cercheranno di aiutare tua moglie Carmelita. Riposa in pace amico mio”.
PREMI a GABRIELE GATTI e VALERIO FREZZA (per la sua ricerca su Garibaldi)
l’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE GARIBALDINI PER L’ITALIA
175° – Ogni anno celebriamo la memoria di una Repubblica, della sua difesa e della sua Costituzione; anticipazione di circa 100 anni dalla fondazione dell’attuale ordinamento democratico. Noi delle associazioni garibaldine e altre meritevoli associazioni culturali, cerchiamo da anni di coinvolgere i ragazzi delle scuole per trasferire loro princìpi ideali di una storia quasi dimenticata. Ma questi ragazzi, con quali ideali dovrebbero oggi confrontarsi? Nel 1849, all’alba di una rivoluzione che avrebbe destituito un potere che durava da 1083 anni, le forze in campo e i valori da sostituire erano ben visibili: da un lato l’oppressore: uno stato teocratico oscurantista, coadiuvato da quattro eserciti europei; dall’altro gli oppressi, decisi a far nascere una Repubblica fondata sulla democrazia pura!…così era stata chiamata. Ma perché questa “democrazia pura” si potesse realizzare, occorreva, come diceva Goffredo Mameli nei suoi scritti, che “l’elettore avrebbe dovuto cercare nei suoi candidati quell’onestà personale e pubblica che fa d’un uomo politico un apostolo, d’un’opinione una credenza, d’un partito una religione”. E concludeva il brano, scrivendo: “Non appoggeremo che i nomi di coloro il cui passato ci sia pegno per l’avvenire”. Con queste idee, Mazzini, Mameli, Garibaldi, e tanti altri avrebbero potuto certamente realizzare la democrazia pura; altrimenti la rivoluzione avrebbe cambiato solo le due o più persone che “Tirano i fili”. Inutile sottolineare come anche oggi sia d’importanza fondamentale, non solo la scelta oculata dei candidati da presentare alle elezioni, ma anche e soprattutto la loro capacità di garantire democraticamente il bene di tutta la collettività.
Oggi, per contrastare le forze, direi proprio demoniache, che portano alle guerre, alla fame, alla miseria materiale e spirituale del genere umano, alla falsa informazione, alle narrazioni sul cambiamento climatico, che mascherano la sperimentazione e manipolazione programmata del clima, dobbiamo uscire dalla nebbia che ci avvolge, perché i disvalori che caratterizzano queste forze non sono più visibili, come lo erano nel 1849: sono occulti!
Oggi il potere, quello vero, è fuori dal nostro campo di azione, ed opera a scala globale. Gli oppressori di oggi sono coloro che vogliono distruggere quel che resta delle democrazie, e lo stanno facendo con il potere di quantità immense di denaro, detenuto da pochi soggetti. Sono loro che conducono le economie mondiali, la sanità e lo sviluppo tecnologico globale. Gli oppressi siamo tutti noi, nell’illusione di vivere in democrazie in grado di esercitare la volontà popolare. Inoltre, l’interventismo delle imprese multinazionali sulle questioni sociali, coadiuvate da una politica europea che sembra favorirle (vedi manifestazioni di questi giorni degli agricoltori) serve ad indebolire ulteriormente l’azione dei governi, e quindi la fiducia nella democrazia, che, come tutti dicono, non funziona, per cui ormai, se vogliamo risolvere i problemi del mondo, dobbiamo, paradossalmente, confidare nei ricchi, nei miliardari, nella loro filantropia, e non nelle persone elette dal popolo,.
In questo panorama complesso e desolante, per evitare che cadano nell’oblio quei punti di riferimento storici da cui i giovani possano trarre, non solo esempi illuminanti per la vita futura, ma anche strumenti utili ad accrescerne lo spirito critico, abbiamo il dovere e il difficile compito di trasmettere loro il bagaglio culturale di cui siamo a conoscenza, che ci proviene da un insegnamento scolastico e famigliare molto diverso dall’attuale. Dovremmo, in sostanza, trasmettere loro la vita vera nel divenire storico, presentando figure viventi, e ne ho citate solo tre, invece che raccontare metodologie temporali e astrazioni storiche. (ricordo che lo studio del Risorgimento e dei personaggi che lo incarnarono è stato cancellato dalla scuola primaria).
Affinché questo nostro essere Volontari dell’informazione non risulti vano, dovremmo con più forza ed energia contrastare la disinformazione e le menzogne, ormai dilaganti in rete, anche sulla storia del nostro Risorgimento, dell’epopea garibaldina e sui singoli attori che la realizzarono.
Dovremmo, in sostanza, contribuire, unitamente alla scuola e all’ambiente famigliare, a fornire soprattutto “esempi”. E di questi esempi ne è ricco il nostro Risorgimento.
Viva la Repubblica Romana – Viva l’Italia
Accogliamo l’invito di Arturo De Marzi, componente del Coordinamento ReteTutela Roma Sud , a pubblicare la lettera che lo stesso Comitato ha voluto indirizzare al Papa , spes ultima dea, per fermare la realizzazione, da parte del Comune di Roma, del Termovalorizzatore di Santa Palomba, nell’area dei Castelli Romani.
Di seguito il testo di denuncia e la lettera al Papa
Non bruciamo il nostro futuro
Salve, approfittiamo della gentile ospitalità di questa redazione innanzitutto per presentarci, il Coordinamento ReteTutela Roma Sud è costituito da una Rete di associazioni, comitati e aziende dei Castelli Romani e dell’Agro Romano Meridionale fino al mare, territorio che prima ancora di Roma ospitò la Civiltà Latina.
I nostri obiettivi.
· Proteggere e rendere migliori le terre che abitiamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo, per poterle lasciare ai nostri figli nelle condizioni in cui ce le hanno consegnate i nostri padri.
· Difendere il paesaggio e la natura, già tanto offesa, da ogni altra aggressione perché ogni persona possa viverci meglio e con più consapevolezza.
La priorità che ci vede coinvolti in questi mesi è fermare il termovalorizzatore che il Sindaco Gualtieri vuole realizzare nel territorio di S.Palomba in virtù di poteri speciali assegnati …impropriamente dal precedente governo in vista dell’ emergenza rifiuti correlata al Giubileo del 2025. L impianto che intende realizzare il Commissario Straordinario, sarà un Inceneritore capace di bruciare 600mila To/anno di materie prime potenzialmente riciclabili, invece di adottare possibili modelli alternativi indicati dall’Unione Europea basati sulla riduzione, riuso e riciclo, …ovvero nella logica di una Economia circolare.
Consci delle gravissime ricadute Ambientali che corre il nostro territorio nell’ alveo dei Castelli Romani, un bacino virtuoso che tra l’altro si è portato a una percentuale maggiore dell’ 80% di raccolta differenziata, continuiamo a batterci per difendere la nostra terra attraverso gli strumenti della controinformazione e della legalità.
Fondamentale in questa battaglia è raggiungere una consapevolezza collettiva, perché solo insieme si migliora il futuro, trasformando le idee in azioni concrete.
Tra le varie iniziative adottate, la prossima sarà quella che ci vedrà, sabato 18 nov., consegnare alla segreteria del Papa una lettera sottoscritta da centinaia di cittadini nella quale oltre a esternare la preoccupazione per il nostro territorio minacciato dal progetto dell’Inceneritore, …preoccupazione condivisa anche se si facesse da un’altra parte, contestiamo oltre la soluzione tecnica proposta per risolvere l’ annoso problema della gestione dei rifiuti della Capitale, la strumentalizzazione alla base di questa scelta obsoleta, ovvero che il prossimo Giubileo che la Chiesa Cattolica celebrerà nel 2025 viene utilizzato per giustificare i poteri speciali con i quali, in deroga alle leggi regionali e nazionali che tutelano salute e diritti dei cittadini, si intende realizzare/imporre l’impianto di incenerimento in evidente contraddizione con i contenuti di Cura e Tutela dell’ Ambiente riportati nell’ Enciclica, impianto che, …nel caso, non sarà comunque operativo per il 2025 ma ben oltre.
Sabato mattina 18 novembre 2023 una staffetta composta da cittadini, camminatori, ciclisti ecc. partirà da Albano e in varie tappe si porterà per le ore 16 presso la staz. Roma-S.Pietro , da li ricomposti i gruppi, si proseguirà insieme verso piazza S. Pietro, dopodiché una delegazione si recherà presso la segreteria Vaticana per la consegna ufficiale della lettera.
“Se i cittadini non controllano il potere politico nazionale, regionale e municipale, neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali [179].”
Per info, auspicando una partecipazione numerosa da parte dei cittadini romani: www.retetutela.wordpress.com
https://www.facebook.com/profile.php?id=100089600328904
In allegato, la lettera al Santo Padre
Albano, 12-11-2023 ReteTutelaRomaSud
lettera che a giorni il Coordinamento ReteTutelaRomaSud consegnerà a sua Santità Papa Francesco
Santità,
siamo una Rete di associazioni, cittadini, parrocchie, che si rivolge a Lei per parlarLe di un problema che sta interessando il nostro territorio e che sappiamo starLe particolarmente a cuore, perché riguarda la nostra “casa comune”, la madre terra e la salute dei suoi abitanti.
Esiste il progetto per realizzare un termovalorizzatore a servizio di Roma di cui Lei è Pastore, che il commissario straordinario del Governo ha deciso di costruire all’estrema periferia sud della Capitale, un’area densamente popolata.
Abbiamo a cuore la pulizia e il decoro della Città eterna, tanto quanto la salute del pianeta in cui viviamo, che merita l’impegno di tutti per lasciarlo ai nostri figli in condizioni migliori di adesso.
Ci spiace doverLa interpellare direttamente, ma c’è il concreto rischio che il prossimo Giubileo che la Chiesa Cattolica celebrerà nel 2025, possa essere strumentalizzato per giustificare i poteri speciali con i quali, in deroga alle leggi regionali e nazionali che tutelano salute e diritti dei cittadini, si vorrebbe realizzare l’impianto di incenerimento, che tra l’altro non sarà pronto per il 2025.
Tutto questo ci obbliga a prendere posizione come comunità, credenti e non, uniti per reagire all’indifferenza e alla cultura dello scarto dilagante, promuovendo con forza una cultura della cura poiché, come Lei ci ha ricordato nell’enciclica Laudato si’: se i cittadini non controllano il potere politico nazionale, regionale e municipale, neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali [179]. Abbiamo purtroppo constatato come infatti, in Italia, tutti i recenti disastri ambientali siano venuti alla luce proprio grazie all’azione popolare (i.e. ILVA di Taranto, inceneritore di Colleferro, PFAS in Veneto, ecc.).
Come saprà sul tema dei rifiuti l’Unione Europea ha individuato nella riduzione, riuso e riciclo la soluzione principale, lasciando l’incenerimento all’ultimo posto insieme alla discarica, a causa del loro impatto negativo sull’ambiente. L’adozione di nuove soluzioni più moderne era stata già recepita dal piano industriale dell’azienda municipale dei rifiuti di Roma del 2015, non realizzato a causa dell’interruzione anticipata del mandato del sindaco Ignazio Marino, e dallo stesso piano dei rifiuti della Regione Lazio del 2020.
Pensiamo non si possa accettare una tecnologia dannosa, che nulla ha a che fare con il decoro di Roma, compromesso dal sistema di raccolta tramite cassonetti stradali e dal senso civico dei suoi abitanti. La scelta sembra più utile a tutelare gli interessi di chi finora ha guadagnato grazie allo smaltimento dei rifiuti in discarica o nei termovalorizzatori, incassando un enorme flusso di denaro che verrebbe interrotto se invece i rifiuti fossero separati e venduti come materie prime.
La Sua enciclica, indicava già la strada da seguire. “A causa della complessità tecnica della materia, al momento di determinare l’impatto ambientale della soluzione per lo smaltimento dei rifiuti diventa indispensabile dare ai ricercatori un ruolo preminente e facilitare la loro interazione, con ampia libertà accademica [140]”. Cosa che non è stata fatta in questi mesi, durante i quali la politica si è sostituita alla scienza e, in maniera autoritaria, ha scelto di utilizzare una tecnologia che negli altri Paesi è in fase di regressione in quanto superata da soluzioni più sostenibili.
A proposito della «gerarchia dei rifiuti», di derivazione comunitaria, la «prevenzione» viene indicata come priorità rispetto al riciclo, al recupero ed allo smaltimento, di modo che sarebbero da privilegiare tutte le iniziative tese ad impedire la formazione di rifiuti, perché il miglior rifiuto è quello non prodotto. Gli Stati hanno quindi la possibilità di esercitare un sindacato sulle scelte aziendali oggi effettuate soprattutto in funzione di obiettivi di profitto economico, come recita la nostra Costituzione, affermando che l’iniziativa economica non può recare danno alla salute e all’ambiente, principio recepito nella proposta di legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero”, ancora in attesa di approvazione. “Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria… Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro [194]”
L’Italia vanta un primato nel riciclo dei materiali, che in una fase di carenza delle materie prime può ancor più rappresentare un vantaggio competitivo per il Paese, oltre che ambientale per il pianeta, consentendo ai cittadini romani di non pagare per lo smaltimento presso discariche e inceneritori, ma essere pagati per le materie prime raccolte.
Si intende “risolvere” la questione dei rifiuti senza minimamente tentare di collegarla ad un cambiamento del tipo di sviluppo imposto al nostro Paese, oggi basato su una “crescita” quantitativa avulsa dalla qualità della vita dei cittadini. Il ricorso ai termovalorizzatori, infatti, è funzionale a un aumento dei consumi e quindi dei rifiuti, perché quanti più rifiuti si producono tanto più cresce l’economia.
Esattamente l’opposto di quanto propone l’enciclica Laudato si’, la quale evidenzia che: l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca [204].
Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature [20]. Forse è per questo che è stato scelto un sito vicino a Borgo Sorano, un “ghetto” di case popolari dove vivono già 300 famiglie, accanto al quale hanno aperto un cantiere per realizzare altri 1.000 appartamenti dove deportare altri 4.000 abitanti in difficoltà economiche: L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme… Di fatto, il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta [48].
Riteniamo sia indispensabile supportare i le cittadine ed i cittadini di Roma nel loro impegno di restituire alla Città il decoro che merita nella consapevolezza che la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale… Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse, e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema [111].
Saremmo pertanto onorati se volesse concederci un’udienza per poterLe presentare la nostra proposta di costituire una commissione internazionale di esperti indipendenti con esperienza in campo ambientale e nello smaltimento dei rifiuti, ai quali affidare la scelta delle migliori soluzioni disponibili, in modo da prendere in considerazione tecnologie più moderne e meno impattanti.
Con ogni migliore augurio, La salutiamo certi del Suo sostegno concreto e della Sua paterna preghiera.
Albano Laziale, 17 settembre 2023
INVITO
155° Fatto d’armi di Villa Glori (1867)
24 ottobre 2022– ore 10,30
Associazione Garibaldini per l’Italia
e
Associazione Nazionale Garibaldina
Ist. Internaz. di Studi G. Garibaldi
PICCHETTO ARMATO ESERCITO
BANDA MUSICALE POLIZIA MUNICIPALE DI ROMA CAPITALE
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INTERVENTO DEL PRESIDENTE PAOLO MACORATTI
SALUTIAMO i ragazzi della Terza classe Sezione E della Scuola Media Statale G.G. Belli di Roma. Ringraziamo il Prof. Carlo Felici, per averli già informati in merito alle vicende della campagna dell’Agro Romano. Ringraziamo le Prof.sse Roberta Geremia e Simonetta Di Cave per aver accettato, con la loro classe, di portare a termine a Villa Glori questo breve percorso storico.
Noi Oggi Vi abbiamo consegnato un Pieghevole, che riassume in poche parole quanto avvenuto qui il 23 ottobre 1867:
IN PRIMA PAGINA: le foto dei fratelli di Pavia, Enrico e Giovanni Cairoli: Enrico aveva 27 anni ed era stato volontario nel 1859 con i Cacciatori delle Alpi, veterano nell’impresa dei Mille del 1860; a Palermo era stato ferito gravemente – Lo ritroviamo in Aspromonte nel 1862, sempre nel tentativo di arrivare a Roma – Poi è stato Volontario nel 1866 in Trentino – (Tra una battaglia e l’altra si era intanto laureato in medicina) – Giovanni aveva 25 anni; era capitano dell’Accademia militare di Torino.
IN ULTIMA PAGINA: il monumento ai fratelli Cairoli, che potrete vedere al Pincio.
ALL’ INTERNO troverete, in sintesi, l’elenco degli avvenimenti che portarono allo scontro di Villa Glori.
Il Giornale di Roma – Foglio ufficiale del governo papale, così commentava l’accaduto, dopo aver elencato i tentativi d’insurrezione in città: - “Anche sotto le mura di Roma una banda di circa 100 garibaldini venuti alla spicciolata e radunatisi l’altra sera sopra i Monti Parioli, fu dovuta attaccare dai nostri bravi soldati, che in breve ora la dispersero, lasciando tra i garibaldini vari morti, tra cui un tal Enrico Cairoli che ne sembrava il comandante, e sette feriti, tra i quali un altro Cairoli, oltre dieci caduti in mano delle milizie…”
Sui Libri di storia forse troverete una riga di quanto accaduto qui 155 anni fa;
Eppure questo episodio è stato raccontato da scrittori, poeti e dallo stesso Garibaldi che aveva paragonato i 78 volontari di Villa Glori addirittura ai famosi eroi dell’antichità, come Leonida alle Termopili. MA PERCHE’?
Perché i 78 di Villa Glori, per aiutare l’insurrezione dei Romani, non portavano con loro chissà quale armi potenti e sofisticate, tanto è vero che i fucili che avrebbero dovuto sostenere l’insurrezione erano ferrivecchi, da usare più come clave che come armi da guerra; ma portavano la forza della loro presenza, fisica e morale, e la condivisione degli stessi ideali degli insorti romani,
E quali erano questi ideali? Ne cito solo tre
1. Unificazione dei territori della comune Patria italiana;
2. Liberazione da un regime, quello dello Stato della Chiesa, in cui prevaleva un potere dispotico e un pesante integralismo religioso;
3. Sentimenti di fratellanza e democrazia ispirati dagli scritti di Giuseppe Mazzini.
Ideali che, per realizzarli, si richiedevano valori come responsabilità, ardimento, sacrificio; e infine, il più importante: La solidarietà; sentimento che non nasce da una decisione presa a tavolino o da una formula finalizzata a risolvere un’emergenza, ma che scaturisce da un impulso individuale, di natura decisamente spirituale. Questa, a mio avviso, fu la principale motivazione che spinse i 78 volontari garibaldini a intraprendere un’azione, ritenuta da loro stessi, rischiosissima per la vita, come riportato all’interno del pieghevole.
Sebbene il fatto d’armi di Villa Glori sia stato un episodio duro e violento nel suo breve e sanguinoso epilogo, ne possiamo ancora oggi trarre un insegnamento positivo: la riflessione sullo slancio solidale che portò al sacrificio estremo questi giovani di 155 anni fa. Slancio solidale che possiamo sperimentare anche oggi, certo in situazioni meno eroiche, ma pur sempre nobili; per esempio nella scuola, quando aiutiamo volontariamente e gratuitamente un nostro compagno che si trovi in difficoltà; che possiamo sperimentare anche in famiglia, nel mondo del lavoro, nel sociale, ovunque ci sia bisogno di noi; ovunque possiamo elevare la nostra umanità a servizio del prossimo.
Ci troviamo oggi in un momento storico difficile, complesso e in alcuni casi oscuro. A parte il mistero pandemico, sul pianeta sono al momento attive ben 59 guerre. E gran parte dell’informazione, malgrado sia abbondante e capillare, non riesce ad esprimersi compiutamente, a svincolarsi dal potere finanziario e politico, impedendoci così di comprendere cosa stia realmente accadendo nel mondo.
Gli unici fari che ancora ci guidano in questa turbolenza sono gli esempi; esempi che possiamo trovare ancora numerosi nel nostro Risorgimento e in quei contemporanei che cercano con determinazione la fine di ogni conflitto bellico e la PACE ad ogni costo, in perfetta sintonia con l’Art. 11 della nostra Costituzione che recita, al primo capoverso, quattro parole luminose: l’Italia ripudia la guerra.
Grazie a tutti per la partecipazione.
Eccoci ancora qui (Paolo Macoratti, Monica Simmons, Carlo Felici, Antonio Iadevaia, Stefano Dini, Alexej Santagati), in tempi difficili e oscuri, a rinnovare la nostra vicinanza ai martiri del Risorgimento, a riconfermare ideali che non possono tramontare per effetto di un sistema che ha perso il senso dell’orientamento ma che continua a cercare disperatamente la forza per rialzarsi e costruire il futuro. Una generazione, quella del 1849, sacrificata sull’altare della Patria e unita in un unico pensiero, in quel “principio d’amore” che Mazzini aveva trasferito nei giovani come Mameli, quando cercava di dare una definizione al concetto di Repubblica, o a quello di Patria, e asseriva che il Voto, l’Educazione e il Lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione.
Una generazione, la nostra, che deve ricostruire quel principio d’amore, la Patria, l’Educazione, il Lavoro e la socialità, lo stare insieme senza timori, senza la paura di toccare o abbracciare un fratello, un amico, un semplice conoscente. Così concludeva Mazzini: “Non abbiate posa finché (queste tre colonne) non siano per opera vostra solidamente innalzate”. Questo è e sarà sempre anche il nostro dovere.
Il 13 Giugno 1849 veniva spezzata la giovane vita di Colomba Antonietti, della cui storia si rimanda il lettore ad un articolo apparso sul nostro sito:
https://www.garibaldini.org/2019/06/memoria-di-colomba-antonietti-170%c2%b0/
A 172 anni dai giorni eroici della Repubblica Romana ritorna la lodevole iniziativa di Cinzia Dal Maso e Annalisa Venditti per mantenere vivo il ricordo di questa giovanissima patriota. Il gesto ha il valore di una memoria individuale e collettiva: onorare Colomba significa onorare tutti i caduti e gli ideali di libertà, fraternità e progresso che il loro sacrificio ha suggellato. Malgrado le difficoltà di questi ultimi anni, rimane ancora acceso in tutti noi il fuoco della gratitudine e dell’ammirazione per tanti nobili personaggi e un grande rispetto per l’evento che ha segnato il futuro della nostra storia.
P.M.
Con Cinzia Dal Maso, Monica Simmons, Paolo Macoratti, Marisa Mariposa
di Paolo Macoratti
E’ curioso come l’attualità di avvenimenti di cronaca, come la tragica morte dell’uomo di colore George Floyd, avvenuta a Minneapolis, nello Stato del Minnesota (USA) il 25 maggio 2020 ad opera di alcuni poliziotti assassini, e le conseguenti proteste, violenze e nuove uccisioni, peraltro non ancora esauritesi, possa dare lo spunto a talune persone, rispettose della storia risorgimentale del nostro Paese, di intraprendere una iniziativa che porti alla pubblica attenzione il nome di un altro uomo di colore caduto a Roma il 30 Giugno 1849, nell’intento di difendere la Repubblica Romana dall’assalto dell’esercito francese: Andrés Aguyar.
Per George Floyd, per la crudele morte subìta, resa ancor più tragica dalle immagini pubblicate sulla rete, si è scatenata l’indignazione di mezzo mondo, ma anche una serie di azioni contro monumenti e statue di uomini del passato finalizzate a mantenere alta l’attenzione dei media sull’irrisolto problema del razzismo, piaga mai sanata completamente. Uno di questi movimenti internazionali è il Black Lives Matter.
Ed ecco qui la mossa audace e “garibaldina” di Matteo Manenti, da sempre impegnato nella difesa dei valori fondanti la nostra Costituzione repubblicana e attivo per il bene della comunità e l’assistenza ai più deboli: coinvolgere il movimento romano dei Black Lives Matter nella “costruzione” di una statua e non nel suo abbattimento! Quale migliore occasione per proporre al Comune di Roma di dedicare ad Andrés Aguyar, unico garibaldino di colore (l’altro si chiamava Costa, scomparso in Uruguay) un’”ERMA” al Gianicolo? Da qui la petizione per la raccolta firme alla Sindaca Raggi (da cliccare a fine articolo).
Chi era dunque Andrés Aguyar? Era stato fedele compagno e devoto di Garibaldi e Anita in Montevideo, seguendoli nei loro viaggi e nelle loro battaglie, insieme alla Legione Italiana. Era tanto entusiasta degli Italiani che non volle abbandonarli alla loro partenza per l’Europa nel 1848. Racconta Giuseppe Garibaldi:” Andrés Aguyar era una di quelle paste d’uomini che natura formò per essere amati. Tranquillo, buono, freddo al pericolo, era prevenente per tutti coloro che sapevano destare la sua simpatia. Il suo colore era il puro nero ebano, senza miscuglio; colore che vale il biondo ed il bruno delle diverse razze europee. Aguyar era di forme atletiche e perfetto cavaliere (non di quei ridicoli cavalieri, di cui son sempre piene le quarte colonne dei giornali ufficiali e che non si sa per che diavolo siano stati creati cavalieri,) ma cavaliere nel vero senso della parola, cioè di coloro che, quando inforcano un cavallo, v’innamorano per la leggiadria ed il garbo con cui si lanciano e si posano in sella. Egli era nero, ma non africano; nato nella campagna di Montevideo da genitori africani, possedeva la vetustà delle forme caratteristiche del creolo. Destinato sin dall’infanzia a domare i cavalli nella estancia del general Aguyar – di cui i parenti del nostro nero erano schiavi, poi liberati dall’avvenimento della Repubblica – ,egli aveva passato tutta l’attiva sua gioventù in quell’arduo e marziale maneggio. Domatore di cavalli, non era strano ch’egli fosse perfetto cavaliere. E chi ha percorso l’America meridionale ricorderà che gran parte dei domatori appartengono alla razza nera, certo indebitamente per tanto tempo disprezzata e manomessa”. (Brano tratto da “La vita di Giuseppe Garibaldi – Gustavo Sacerdote Milano 1933)
VIDEO andresaguyar.mp4
PETIZIONE https://tinyurl.com/ydyrmdlv
L’associazione Noitrek, in occasione della giornata del camminare 2019, propone in collaborazione con l’Associazione Garibaldini per l’Italia una visita guidata sui luoghi delle battaglie per la difesa della Repubblica Romana del 1849.
Domenica 13 Ottobre 2019 - ore 9,30
App.to al Gianicolo – Monumento ad Anita Garibaldi
RICORDO DI UN GRANDE PATRIOTA ROMANO – ANGELO BRUNETTI DETTO “CICERUACCHIO”
DEPORREMO UN MAZZO DI FIORI AI PIEDI DELLA STATUA DELLO SCULTORE ETTORE XIMENES CHE LO RITRAE INSIEME A SUO FIGLIO –
SABATO 10 AGOSTO 2019 – ORE 11.00 – PASSEGGIATA del GIANICOLO nei pressi di Porta San Pancrazio
Dovere della memoria.
Nel 170° anniversario della Repubblica Romana del 1849 siamo tornati al Gianicolo per ricordare, grazie a Cinzia Dal Maso e Annalisa Venditti, la vita e le circostanze della morte di Colomba Antonietti, giovanissima caduta di una giovanissima Repubblica democratica. (La vita in breve nel depliant di Specchioromano , qui allegato, di Cinzia Dal Maso)
Inserita nella IX edizione del festival di Cerealia, festival ispirato ai riti della Vestali e ai ludi di Cerere ed esteso a tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, la breve cerimonia è stata introdotta da Cinzia Dal Maso che ha parlato del ritrovamento, nel 1939, dei resti di Colomba nella cripta della chiesa di San Carlo ai Catinari e di alcuni piccoli oggetti lasciati sul suo corpo, per una successiva e inequivocabile identificazione. Annalisa Venditti ha letto successivamente un brano di un articolo di Ceccarius del 1939 dal titolo “Le spoglie gloriose di Colomba Antonietti”. Successivamente sono stati consegnati i premi “Colomba Antonietti 2019″ a Elisabetta Guarini (ritirato da Maria Grima Serra) e Silvia Mori, socia quest’ultima della nostra Associazione e figlia del compianto Alberto Mori, cofondatore e vice-presidente della “Garibaldini per l’Italia”. Infine è stato deposto dal Presidente Paolo Macoratti, su invito di Cinzia Dal Maso, un mazzo di rose alla base dell’Erma marmorea di Colomba Porzi Antonietti.
l’Associazione Garibaldini per l’Italia, nel 170° della Repubblica Romana del 1849, ha onorato quello straordinario periodo storico, reso fertile dal sacrificio di tante giovani vite e dall’impegno dei più grandi personaggi del Risorgimento Italiano.
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 ORE 8,45
Porta Pertusa – Giardini pubblici - Con il Patrocinio del Municipio XIII di Roma Capitale
Per la prima volta in 170 anni abbiamo ricordato i caduti della battaglia del 30 Aprile 1849 anche a Porta Pertusa (sommità delle Mura Vaticane) ove fu ferito mortalmente il Ten. Paolo Narducci, Primo caduto della neonata Repubblica. In presenza della Presidente del Municipio XIII, Giuseppina Castagnetta, della Fanfara dell’Arma dei Carabinieri diretta dal M.M. Fabio Tassinari, del Presidente della G.p.I. Paolo Macoratti, della giornalista Cinzia Dal Maso, è stata deposta una corona d’alloro sul muro dell’antica porta. Erano presenti i Soci della “Garibaldini per l’Italia” Arturo De Marzi (Vice Pres.), Monica Simmons (Segretaria), Maurizio Santilli, Antonio Iadevaia, Matteo Manenti, Annalisa Venditti, Enrica Quaranta, Marcello Pellegrini, Stefano Dini, Gianni Blumthaler e altri convenuti. Il 7 Agosto 2012 abbiamo “scortato” i resti di questo ragazzo ventenne all’interno del Mausoleo-Ossario Gianicolense di Via Garibadi per la tumulazione, su invito dei discendenti e della giornalista Cinzia Dal Maso. Il 25 settembre 2013 i ritratti di Paolo Narducci e della madre Teresa Maciucchi, oltre alla corona mortuaria del giovane ufficiale, sono stati donati dalla nostra Associazione al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina.
1849 – Combattimento a Via Aurelia – Calendario del 1916 (Collezione Leandro Mais – Roma)
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 ORE 10,30
Mausoleo-Ossario Garibaldino – Via Garibaldi 29/e Con il Patrocinio del Municipio Roma I Centro
Dopo la memoria di Porta Pertusa siamo stati presenti alla celebrazione di tutti i caduti della Repubblica Romana al Mausoleo-Ossario Gianicolense, insieme all’Associazione Nazionale Garibaldina, all’Istituto di Studi Internazionali Giuseppe Garibaldi e alla Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi. Al termine della cerimonia abbiamo premiato i migliori componimenti degli alunni delle due classi dell’Istituto G.G. Belli che hanno partecipato alla sesta edizione del Concorso “Alberto Mori”. Ha condotto la Cerimonia la Dott.ssa Enrica Quaranta
GIURIA presieduta dalla Prof. Silvia Mori e formata dai componenti della Commissione, Prof. Orietta Citoni, Segretaria Monica Simmons, Presidente Arch. Paolo Macoratti
Abbiamo letto con piacere le lettere dei giovani studenti dell’Istituto G.G.Belli, i quali si sono calati in un epoca estranea alle loro esperienze, utilizzando un mezzo di comunicazione, la scrittura manuale, a loro pressoché sconosciuto. Siamo lieti di vedere come, stimolati adeguatamente, i giovani possano ancora sorprenderci.
Al di là dell’importanza dell’evento storico in se, come il passaggio dalla Monarchia assoluta alla Repubblica Democratica, e alla resistenza contro l’intervento francese che hanno caratterizzato la maggior parte dei componimenti, abbiamo rilevato nei ragazzi l’intenzione di immedesimarsi nei personaggi del popolo, ora modesto anche nel modo di esprimersi, ora colto, ma orientata in ogni caso al raggiungimento di quegli ideali universali di pace, giustizia e di amore per i quali è giusto combattere.
Ringraziamo pertanto tutti gli studenti e gli insegnanti Carlo Felici e Paola Moresco che hanno aderito al progetto della nostra associazione.
BRANI DEI VINCITORI 6^ EDIZIONE PREMIO ALBERTO MORI
ISTITUTO G.G. BELLI – CLASSE III F
3° classificato – Caterina Canepuccia ” Quel che sembrava impossibile ipotizzare fino a qualche giorno fa, si è verificato davanti i miei occhi. Qui ora vige la democrazia! E lo Stato Romano si è dato il nome di Repubblica Romana. Ma il Popolo è in festa e dimentica i pericoli che incombono. Il destino non è ancora deciso e occorre rimanere vigili e prudenti…”
2° classificato – Simone Pasqua ” Per concludere vorrei condividere con te solo un’ultima delle mie riflessioni: la Francia, il paese in cui sei nata e in cui vivi, è una Repubblica basata sulla libertà, la fratellanza e l’uguaglianza; mi domando, quindi, per quale motivo stia cercando di impedire la formazione di una Repubblica Romana, minacciandone la capitale e impedendone la formazione. Non capisco, ma nonostante le mie incomprensioni desidero combattere anche per questo motivo: sogno la lealtà”
1° classificato – Simona Maria Casile ” E’ stato proprio questo spirito a non farci arrendere. In fondo guardate cosa abbiamo fatto: è nata una repubblica che nessuno si sarebbe mai immaginato ed è durata pure per ben cinque mesi. E’ vissuta, anche se agli occhi altrui solo per poco, esclusivamente grazie al nostro grandissimo spirito di sacrificio. Non scorderò mai quei corpi che giacevano per terra come dei massi, senza più respiro o parola, ma che sembravano conservare dentro di sé il desiderio sempre vivo di voler gridare al mondo:” anche noi vogliamo la nostra Patria!”……….Adesso, madre, ditemi: chiedevamo troppo? Avere dei diritti è qualcosa fuori dal naturale? Come ci è concesso di respirare, dormire o mangiare, abbiamo il diritto di votare chi ci governa, di essere liberi di professare la fede in cui crediamo, di essere tutti uguali e di non essere messi a morte per nessun motivo, perché la vita non appartiene che a noi. Chiedevamo troppo?”
Gli altri 2 selezionati sono: Aurora Naccari e Giulio Cesaretti Salvi
ISTITUTO G.G. BELLI – CLASSE III C
3° classificato – Gabriele Paolocci “La città è bellissima e ci sono tanti ragazzi che come me si sono trasferiti per un’ideale di uguaglianza, di fratellanza e di un luogo dove il potere sia nelle mani del Popolo….Oggi ci hanno comunicato una grande notizia, il nostro triunvirato (composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini) ha cominciato a scrivere un libro, credo si chiami la Costituzione; è un libro molto grande dove sono racchiusi tutti i nostri ideali…”
2° classificato – Federico Giovanola “Qui a Roma c’è una grande confusione; ogni giorno vedo persone con fucili in mano che sparano e combattono contro il nemico: si, hai ben capito, stiamo combattendo per difendere i nostri ideali, come dice mio padre. Tutti, uomini e donne, combattono e anche noi ragazzi aiutiamo facendo lavori anche molto rischiosi. Tutti i romani e anche i turisti o stranieri combattono contro il nostro nemico: il Papa aiutato dai Francesi..”
1° classificato – Lodovica Salvini “Caro amico, con questa mia sono qui a dirti che finalmente Roma ha un suo governo, il Papa è fuggito a Gaeta dai suoi amici Borboni e Firenze già da un mese è governata dai democratici Guerrazzi e Montanelli; finalmente comincio a sperare che con oggi abbiamo fatto un altro importante passo avanti per unire in un solo stato la nostra bella penisola; un sogno che si sta tramutando in realtà. Finalmente abbiamo un governo del popolo, un governo rappresentato da tre patrioti convinti denocratici, Armellini, Mazzini e Saffi, e sembra che addirittura stia raggiungendo Roma Garibaldi, lo ricordi, il nostro grande condottiero..”
Gli altri 3 selezionati sono: Adriano Jannuzzi, Azzurra Barassi, Lorenzo Vitale
Con una lettera inviata al Comune di Roma (Sindaca, Assessore alla crescita culturale, Sovrintendente ai Beni culturali ) l’Associazione “Garibaldini per l’Italia”, astenendosi dal partecipare il 9 Febbraio alla cerimonia del 170° anniversario della Proclamazione della Repubblica Romana del 1849 che si è svolta nell’area del Mausoleo, ha voluto esprimere il proprio dissenso verso le autorità comunali per non essere state in grado di garantire la partecipazione popolare, rappresentata dalle associazioni culturali e d’arma, alla cerimonia istituzionale promossa dal Comune di Roma. Come rappresentato nella lettera indirizzata alla Sindaca Virginia Raggi, abbiamo ritenuto fosse grave tale emarginazione perché, oltre a mettere in sott’ordine il volontariato costante che si preoccupa di fare memoria ogni anno della storia unitaria e risorgimentale (diffondendo nella comunità e in particolare nelle giovani generazioni i valori della nostra formazione repubblicana), tradisce lo spirito delle due Costituzioni, quella della Repubblica Romana del 1849 e l’attuale vigente, entrambe orientate a considerare come unico organismo il Popolo e le Istituzioni. Il momentaneo attrito non ha comunque impedito a un gruppo rappresentativo della nostra Associazione di fare memoria di quell’evento straordinario, senza banda, senza applausi, portando al “muro della Costituzione” del Gianicolo il nostro pensiero riconoscente a chi ha scritto con la penna e il sangue le pagine fondamentali della convivenza civile.
151° Campagna dell’Agro Romano
1867 – 2018
VILLA GORI – Martedì 23 OTTOBRE ore 10,30
ASS. GARIBALDINI PER L’ITALIA
A.N.G. ASS. NAZ. GARIBALDINA – IST. INTERNAZ. DI STUDI G. GARIBALDI
Partecipano:
Piccchetto armato Esercito Italiano
Fanfara della Polizia di Stato
Scuola G.G. Belli – Roma – Classe 3F
In occasione della Giornata del camminare si è svolta a Roma domenica 14 ottobre, promossa da Andrea Mori, una passeggiata organizzata dall’Associazione Inforidea in collaborazione con l’Associazione “Garibaldini per l’Italia”. Con partenza dal monumento dedicato ad Anita Garibaldi al Gianicolo, e attraverso un itinerario che prevedeva delle soste presso l’Erma di Colomba Antonietti, la statua di Righetto, quella di Ciceruacchio, l’Arco dei quattro venti all’interno di Villa Pamphili e Villa Spada, il presidente Paolo Macoratti ha ripercorso i momenti storici più importanti che hanno caratterizzato la breve ma fondamentale esperienza della Repubblica Romana del 1849, citando personaggi, narrazioni e corrispondenza di alcuni protagonisti noti e meno noti di quell’indimenticabile e fondamentale evento. Erano presenti per l’Associazione Garibaldini per l’Italia, oltre ad Andrea Mori e Paolo Macoratti, la segretaria Monica Simmons e Silvia Mori, e un cospicuo numero di partecipanti.